Vorrei parlare di leishmaniosi oggi e di come la medicina naturale, che io spesso utilizzo coi miei cani, può aiutare in questa brutta malattia.
Leishmaniosi: strategie naturali per una terapia di successo
Dr.ssa Marilisa Picca, Medico Veterinario Omeopata
Chi vive con un cane malato di Leishmaniosi sa bene che si tratta di una malattia protozoaria trasmessa da un insetto vettore, il flebotomo, che induce sintomi sistemici spesso molto gravi e potenzialmente letali, molto difficile da curare.
Ciò che non tutti sanno però, e che vale la pena di approfondire, è che non tutti i cani infetti si ammalano. In altri termini la presenza del parassita nell’organismo (infezione) non sempre determina la presenza di segni clinici e/o di alterazioni emato-biochimiche (stato di malattia) La leishmaniosi può quindi decorrere anche in forma inapparente e non necessitare di terapia, a meno che i titoli anticorpali (da monitorare nel tempo) non inizino a crescere (1).
Analogamente, tra i cani malati e sottoposti a cure mediche, alcuni più fortunati raggiungono un equilibrio con il parassita, i sintomi scompaiono e possono condurre una vita normale, anche se dovranno essere controllati periodicamente perché potrebbero insorgere recidive. Altri invece non rispondono alla terapia e la malattia progredisce irrimediabilmente.
Ma da cosa dipende questa differente reazione dell’organismo? Vediamolo insieme.
Leishmania e Immunità: una lotta armata
Il Prof. Oliva (facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli) definì la leishmaniosi canina “una lotta armata tra il parassita ed il sistema immunitario dell’ospite”. Infatti la disseminazione del parassita nell’organismo, l’eventuale sviluppo della malattia e la riuscita o meno della terapia, non dipendono tanto dalla cura effettuata quanto dal tipo di risposta immunitaria che il cane mette in atto.
Cerchiamo di capirci qualcosa di più!
Schematicamente, in base a come lotta possiamo suddividere il Sistema Immunitario in 2 grandi settori:
- Immunità umorale: produce anticorpicontro una malattia;
- Immunità cellulo-mediata: attiva cellule come i macrofagi e le natural killer (NK), permettondogli di distruggere i patogeni intracellulari (virus, parassiti) e le cellule tumorali.
Un ruolo fondamentale nel determinare quale tipo di risposta attuerà l’organismo è giocato da una popolazione di linfociti detta T helper, i quali quando entrano in contatto con il parassita inglobato nei macrofagi, possono differenziarsi in Th1 e Th2.
I Th1 attivano una risposta immunitaria prevalentemente cellulo-mediata, mentre i Th2 attivano una risposta immunitaria prevalentemente umorale.
Ebbene, la resistenza alla leishmaniosi canina è associata ad una forte immunità cellulo-mediata di tipo Th1. Invece una marcata risposta umorale (Th2) determina la progressione della malattia, in quanto un’esagerata risposta anticorpale induce la deposizione di immunocomplessi responsabili della glomerulonefrite, vasculite, poliartrite, uveite e meningite, tutti sintomi gravissimi della Leishmaniosi in stadio avanzato (1).
Cosa induce la prevalenza di una risposta prevalentemente Th1 o prevalentemente Th2, non si sa esattamente e sono state avanzate diverse ipotesi.
Quello che si capisce, invece, è che in corso di Leishmaniosi non serve immunostimolare in maniera generica, bensì immunomodulare, cioè svolgere un’azione di regolazione del piatto della bilancia Th1/Th2.
I farmaci convenzionali non possiedono questa meravigliosa proprietà.
Con le medicine non convenzionali invece si può fare moltissimo!
Riporterò di seguito alcuni esempi di sostanze con accertata attività immunomodulante: i Funghi Terapeutici e lo Zinco.
IMMUNOMODULANTI
1- I Funghi Medicinali
Utilizzati per millenni nella Medicina Tradizionale Cinese, i funghi sono “super-alimenti” naturali, la cui azione è mirata al ripristino dell’ equilibrio dell’organismo.
Negli ultimi 30 anni sono stati oggetto di numerosi studi scientifici che confermano sempre maggiormente il loro elevato potere terapeutico.
Tutti i funghi medicinali sono ricchi di beta-glucani, polisaccaridi ad azione immunomodulante, capaci di orientare la risposta immunitaria nella corretta direzione, riconosciuti di ausilio nelle terapie contro diverse patologie, compreso il cancro.
Tutti i funghi sono considerati anche adattogeni, cioè sostanze che aumentano la resistenza ai fattori di stress, permettendo un migliore recupero dalla stanchezza, dalle infezioni e dagli stati depressivi, senza la comparsa di alcun effetto collaterale indesiderato.
Inoltre sono integratori naturali di vitamine, di minerali, tra cui rame e zinco, che hanno ugualmente azione immunomodulante, e molecole farmacologicamente bioattive, diverse da fungo a fungo, le quali conferiscono loro diverse proprietà terapeutiche.
Tra i vari funghi in corso di Lehismaniosi assumono particolare interesse l’ABM e il Cordyceps.
L’Agaricus Blazei Murril (ABM), noto per le sue proprietà immunomodulanti e antineoplastiche, ha la concentrazione di beta-glucani più alta di tutti gli altri funghi medicinali.
E’ efficace in corso di Leishmaniosi innanzitutto perché indirizza il sistema immunitario verso una risposta cellulo-mediata, che abbiamo visto essere protettiva nei confronti del parassita.
Inoltre studi recenti dimostrano come l’ABM possieda anche un’attività leishmanicida diretta verso diverse specie di Leishmania, inducendo una significativa riduzione della carica parassitaria nel fegato, nella milza e nei linfonodi degli animali infetti, senza causare alcun effetto collaterale (2, 3, 4). L’estratto di ABM viene quindi indicato come possibile alternativa terapeutica, da solo o in combinazione con altri farmaci, per il trattamento della leishmaniosi (3, 4).
Infine, l’ABM è un fungo ad azione epatoprotettiva nei confronti di farmaci e sostanze epatotossiche, e anche questa proprietà risulta utile nei cani che spesso sono già stati sottoposti a lunghi cicli di terapia.
Anche il Cordyceps Sinensis è un fungo di grande aiuto in corso di Leishmaniosi per la sua importante azione antiossidante e immunomodulante, stimolando la proliferazione delle cellule NK e la produzione di IL-2 (5).
La proprietà terapeutica che lo rende unico e insostituibile nel trattamento di questa malattia è la sua capacità, ben conosciuta in Medicina tradizionale cinese, di tonificare e proteggere i reni, soprattutto in soggetti anziani e defedati.
Diversi studi clinici hanno confermato la sua attività di supporto di molte malattie renali, compresa l’insufficienza renale cronica (6).
Si capisce bene quanto ciò sia importante nei cani affetti da questa patologia che annovera proprio i reni tra i principali organi-bersaglio.
Ma non solo! Nella tradizione orientale è il fungo della potenza, conferisce forza e resistenza, e aiuta a rigenerare l’organismo dopo malattie debilitanti. In Occidente lo conoscono bene gli sportivi, che lo utilizzano per aumentare le proprie performance. E’ inoltre un rimedio anti-aging, cioè in grado di rallentare i segni legati all’invecchiamento, grazie alla sua capacità di proteggere i mitocondri dai radicali liberi (7). Perfetto quindi per aiutare un cane colpito da una malattia cronica come la Leishmaniosi che tipicamente induce debolezza, estremo dimagrimento (detto cachessia) e atrofia muscolare.
2- Lo Zinco
Una terapia di successo per la Leishmaniosi non può prescindere dall’utilizzo dello zinco, un oligoelemento “essenziale”, cioè che è necessario assumere regolarmente con l’alimentazione, in quanto una sua carenza può avere gravi ripercussioni sulla salute.
Lo zinco nell’organismo è ubiquitario e svolge funzioni importantissime, essendo necessario per il funzionamento di numerosi enzimi e proteine, nonchè per la sintesi degli acidi nucleici.
Una sufficiente disponibilità di questo elemento è anche fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario.
In medicina umana è molto studiata la zinco-terapia per la prevenzione e il trattamento di diverse malattie, soprattutto quelle infiammatorie croniche, anche molto gravi, compresa la stessa leishmaniosi (8, 9): somministrandolo per via orale orale si induce una forma autolimitante o moderata della malattia (10).
Ciò dipende dal fatto che una carenza di Zinco provoca uno squilibrio tra i linfociti TH1 e TH2, a favore di quest’ultimi, attivando quindi un’immunità prevalentemente umorale e non protettiva (11).
Oltre all’effetto immunomodulante lo zinco ha anche un effetto leishmanicida, poichè inibisce alcuni enzimi necessari al metabolismo del parassita (12, 13).
Ho trovato particolarmente interessante una comparazione tra l’efficacia del trattamento con solo solfato di zinco per via orale rispetto alla classica terapia con iniezioni di antimoniato di metilglucamina in pazienti umani affetti da leishmaniosi cutanea, ottenendo risultati simili. Sebbene il tasso di guarigione del gruppo trattato con metiglucamina sia stato leggermente migliore, tuttavia il trattamento con solfato di zinco è preferibile in quanto molto più facile da somministrare, più economico, e soprattutto più sicuro in quanto privo di effetti collaterali alle dosi consigliate (14).
Ma quando è necessario integrare la dieta con lo zinco?
Questo elemento può scarseggiare innanzitutto per una inadeguata assunzione alimentare: lo zinco si trova soprattutto in alimenti di origine animale. Diete poco proteiche (purtroppo spesso prescritte in corso di leishmaniosi), possono quindi causarne una carenza.
Comunque sia, anche quando la dieta è ben formulata, la supplementazione con zinco in corso di Leishmaniosi è sempre necessaria in quanto i suoi livelli plasmatici diminuiscono in generale in corso di malattie croniche infiammatorie, e in particolare i soggetti affetti da L. (15).
Inoltre poichè l’integrazione con zinco potrebbe essere utile anche a scopo profilattico (10) durante il periodo estivo in tutti i cani che vivono in zone ad alto rischio, o in occasione di un viaggio in queste zone.
ALTRI MECCANISMI D’AZIONE: PIANTE CON ATTIVITA’ LEISHMANICIDA
Oltre all’ABM e allo Zinco, anche alcune piante hanno dimostrato di possedere un’attività leishmanicida diretta.
L’Artemisia Annua è una pianta originaria della Cina, già nota per la sua efficacia nei confronti di un’altra grave malattia protozoaria, la malaria.
L’Artemisia, sia sotto forma di foglie essiccate, che di olio essenziale ha dimostrato di possedere attività leishmanicida, in vitro ed in vivo, sia nei confronti dei promastigoti, sia verso gli amastigoti intracellulari, senza indurre alcuna epatotossicità o nefrotossicità nell’ospite. (16, 17, 18).
In Sud america sono molto conosciuti per le loro potenti proprietà medicinali alcuni bellissimi alberi dai fiori gialli o viola, appartenenti al genere Handroanthus. Fino a pochissimo tempo fa gli Handroanthus non venivano distinti dal genere Tabebuia, e quindi vengono ancora popolarmente chiamati così. Nei paesi d’origine sono conosciuti anche come Pau d’Arco o Lapacho, da cui il nome del loro peculiare principio attivo, il lapacholo.
La parte interna della loro corteccia veniva utilizzata fin da epoche remote dalle popolazioni indigene per curare molte malattie, comprese quelle tumorali, grazie alle sue molteplici proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti e immunostimolanti, tutte comprovate oggi dalla scienza moderna.
Nella medicina tradizionale è anche utilizzato per curare le malattie protozoarie. La sua attività leishmanicida è stata oggi validata da alcuni primi incoraggianti lavori (19, 20).
Meno esotica, ma non per questo meno potente, è infine una pianta erbacea nostrana, la Gentiana Lutea conosciuta in fitoterapia soprattutto per i suoi principi amari (amarogentina e genziopicroside), contenuti nella radice, che stimolano l’appetito e migliorano la digestione. Alla pianta vengono anche attribuite proprietà toniche e ricostituenti.
In passato trovava impiego nel trattamento della malaria, in sostituzione o in associazione al chinino.
Attualmente si è scoperto che un suo principio amaro, l’amarogentina presenta proprietà farmaceutiche nella cura della leishmaniosi in quanto in grado di uccidere il parassita Leishmania Donovani inibendo l’azione degli enzimi DNA topomerasi (21).
CONCLUSIONI
Gli attuali farmaci per la Leishmaniosi canina hanno spesso gravi effetti collaterali e non sempre sortiscono l’effetto desiderato perché può svilupparsi farmaco-resistenza. Quindi, sono necessarie alternative, che si possano utilizzare da sole o in associazione ai farmaci convenzionali allo scopo di potenziarne l’azione, permettendo di diminuire le dosi e la durata della terapia.
La fitoterapia, la micoterapia e le altre medicine non convenzionali offrono diverse alternative efficaci, sicure e poco costose. Ho riportato alcuni esempi di prodotti che ho avuto modo di utilizzare con successo in corso di Leishmaniosi e che ritengo particolarmente utili, ma sicuramemte esistono molti altri rimedi naturali.
L’importante è affidarsi ad un veterinario esperto in MNC ed evitare il “fai da te”. Non bisogna infatti dimenticare che anche i fitoterapici e lo zinco, per quanto più maneggevoli dei farmaci, possono provocare effetti collaterali se usati incautamente. Per quanto riguarda i funghi medicinali è importantissimo accertarsi della provenienza e del metodo di coltivazione poichè, pur essendo di per sè innocui, se non sono certificati come biologici e privi di metalli pesanti il loro utilizzo potrebbe risultare inutile o addirittura dannoso.
FONTI
1 – https://www.vetpedia.it/site/content/leishmaniosi-canina.
2 – Parasitol Res. 2012 Oct;111(4):1807-16. Epub 2012 Jul 15. Therapeutic efficacy induced by the oral administration of Agaricus blazei Murill against Leishmania amazonensis.
Valadares DG, Duarte MC, Ramírez L, Chávez-Fumagalli MA, Lage PS, Martins VT, Costa LE, Ribeiro TG, Régis WC, Soto M, Fernandes AP, Tavares CA, Coelho EA.
3 – Parasitol. Int. 2011 Dec;60(4):357-63. doi: 10.1016/j.parint.2011.06.001. Epub 2011 Jun 24. Leishmanicidal activity of the Agaricus blazei Murill in different Leishmania species.
Valadares DG1, Duarte MC, Oliveira JS, Chávez-Fumagalli MA, Martins VT, Costa LE, Leite JP, Santoro MM, Régis WC, Tavares CA, Coelho EA.
4 – Exp Parasitol. 2012 Oct;132:228-236 Prophylactic or therapeutic administration of Agaricus blazei Murill is effective in treatment of murine visceral leishmaniasis.
Valadares DG1, Duarte MC, Ramírez L, Chávez-Fumagalli MA, Martins VT, Costa LE, Lage PS, Ribeiro TG, Castilho RO, Fernandes AP, Régis WC, Soto M, Tavares CA, Coelho EA.
5 – Int J Biol Macromol. 2016 May;86:594-8. – Immunomodulatory and antioxidative activity of Cordyceps militaris polysaccharides in mice. Liu JY, Feng CP, Li X, Chang MC, Meng JL, Xu LJ1.
6 – Cochrane Database Syst Rev. 2014 Dec 18;(12):CD008353. – Cordyceps sinensis (a traditional Chinese medicine) for treating chronic kidney disease. – Zhang HW, Lin ZX, Tung YS, Kwan TH, Mok CK, Leung C, Chan LS.
7 – Am J Chin Med 2010;38(6):1093-106. – Protective effects on mitochondria and anti-aging activity of polysaccharides from cultivated fruiting bodies of Cordyceps militaris. – Li XT1, Li HC, Li CB, Dou DQ, Gao MB.
8 – Arch Immunol Ther Exp (Warsz). 2008 Jan-Feb;56(1):15-30. Epub 2008 Feb 5. Review. – Modulating the immune response by oral zinc supplementation: a single approach for multiple diseases.- Overbeck S, Rink L, Haase H.
9 – Rev Inst Med Trop Sao Paulo. 2018;60:e50. doi: 10.1590/s1678-9946201860050. Epub 2018 Sep 13. – Potential role of zinc in the visceromegaly regression and recovery of hematological parameters during treatment of visceral leishmaniasis in children from an endemic area. – Carbone DCB1, Zanoni LZG1, Cônsolo FZ1, Sanches SC2, Reis VQD3, Muller KTC4, Carvalho CME4, Silva MC4.
10 – Mem Inst Oswaldo Cruz. 1998 Nov-Dec;93(6):831-7 – Zinc sulphate in the treatment of cutaneous leishmaniasis: an in vitro and animal study. – Najim RA, Sharquie KE, Farjou IB
11 – Am. J. Physiol. 1997; 272:E1002–E1007.– Changes in cytokine production and T cell subpopulations in experimentally induced zinc-deficient humans.- Beck FW, Prasad AS, Kaplan J, Fitzgerald JT, Brewer GJ
12 – Ann Trop Med Parasitol. 2005 Mar;99(2):131-9. – The mechanism behind the antileishmanial effect of zinc sulphate. II. Effects on the enzymes of the parasites. – Al-Mulla Hummadi YM, Al-Bashir NM, Najim RA
13 – Antimicrobial Agents and Chemioterapy 2016 Apr 22;60(5):2932-40. – Zinc(II)-Dipicolylamine Coordination Complexes as Targeting and Chemotherapeutic Agents for Leishmania major. – Douglas R. Rice, Paola Vacchina, Brianna Norris-Mullins, Miguel A. Morales, Bradley D. Smith
14- Dermatol Res Pract. 2011; 2011: 269515. http://dx.doi.org/10.1155/2011/269515 – Comparison of Oral Zinc Sulfate with Systemic Meglumine Antimoniate in the Treatment of Cutaneous Leishmaniasis – Mohamad Javad Yazdanpanah,1 Mahnaz Banihashemi,1 Fakhrozaman Pezeshkpoor,1 Mohammad Khajedaluee,2 Sororozaman Famili,1 Iman Tavakoli Rodi,3 and Hadis Yousefzadeh.
15 – BMC Infectious Diseases 2004, 4:50. – Zinc/copper imbalance reflects immune dysfunction in human leishmaniasis: an ex vivo and in vitro study. Van Weyenbergh J, Santana G, D’Oliveira AJ, Santos AF, Costa CH, Carvalho EM, Barral A, Barral-Netto M
16 – Rev Soc Bras Med Trop. 2017 Jan-Feb;50(1):52-60. doi: 10.1590/0037-8682-0457-2016. – In vitro and in vivo antileishmanial activity of Artemisia annua L. leaf powder and its potential usefulness in the treatment of uncomplicated cutaneous leishmaniasis in humans. – Mesa LE1, Vasquez D1, Lutgen P2, Vélez ID1, Restrepo AM1, Ortiz I3, Robledo SM1.
17 – Front Microbiol. 2014; 5: 626. Published online 2014 Nov 25. doi: [10.3389/fmicb.2014.00626] – Leishmanicidal activities of Artemisia annua leaf essential oil against Visceral Leishmaniasis – Mohammad Islamuddin,1 Garima Chouhan,1 Muzamil Y. Want,1 Maujiram Tyagi,2 Malik Z. Abdin,2 Dinkar Sahal,3 and Farhat Afrin4,*
18 – J med Microbiol. 2012 Dec;61(Pt 12):1709-18. doi:10.1099/jmm.0.049387-0. Epub 2012 Sep 6 – Extracts of Artemisia annua leaves and seeds mediate programmed cell death in Leishmania donovani. – Islamuddin M1, Farooque A, Dwarakanath BS, Sahal D, Afrin F.
19 – Evid Based Complement Alternat Med. Volume 2017, Article ID 8074275. Antileishmanial Activity of Handroanthus serratifolius (Vahl) S. Grose (Bignoniaceae). Costa EV, Brígido HP, Silva JV, Coelho-Ferreira MR, Brandão GC, Dolabela MF.
20 – Mem Inst Oswaldo Cruz. 2004 Nov; 99(7):757-61. Epub 2005 Jan 12. Antileishmanial activity of lapachol analogues. Lima NM, Correia CS, Leon LL, Machado GM, Madeira Mde F, Santana AE, Goulart MO.
21- Journal of Natural Products, vol. 59, nº 1, 1996, pp. 27-29, PMID – Amarogentin, a naturally occurring secoiridoid glycoside and a newly recognized inhibitor of topoisomerase I from Leishmania donovani. – Ray S, Majumder HK, Chakravarty AK, Mukhopadhyay S, Gil RR, Cordell GA.
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